giovedì 9 aprile 2015

Storia

Lo scalo livornese in origine era posto ai margini di Porto Pisano, il complesso sistema portuale che si estendeva tra l'allora villaggio labronico e Pisa.
Il primo importantenziamento dello scalo labronico si ebbe nei primi anni del XV secolo, quando i Genovesi, divenuti padroni del castello di Livorno, realizzarono, una piccola darsena interna, nota come Porticciolo dei Genovesi; un canale navigabile collegava la darsena, con il mare, in corrispondenza del nucleo originario della futura Fortezza Vecchia.
Nel 1421 Livorno passò sotto il dominio della Repubblica di Firenze e, pochi anni dopo, il porto fu dotato di un'imponente torre (la Torre del Marzocco).
Tuttavia un ampliamento delle strutture portuali si registra solo a partire dal Cinquecento, sotto la spinta del granduca Ferdinando I de' Medici. Lo sviluppo portuale procedette di pari passo alla pianificazione urbanistica della città.
Sotto Cosimo II, all'inizio del Seicento, il porto fu dotato di un vasto bacino aperto verso nord. 
Fondamentale per il suo sviluppo fu il bando granducale del 16 marzo 1565, che serviva a regolare il funzionamento della dogana marittima. 
Fu dichiarato più volte porto neutrale. Nel 1691 fu firmato un trattato con Francia, Paesi Bassi e Gran Bretagna, tra loro belligeranti, che impegnava ai contendenti di assicurare la neutralità del porto, evitando scontri nelle acque territoriali.
L'assetto portuale rimase sostanzialmente immutato sino alla metà del XIX secolo, quando furono avviati i lavori di espansione verso nord; la crescita urbanistica della città, l'apertura della Ferrovia Leopolda tra Livorno e Firenze ed il sorgere delle prime attività industriali, favorirono il concretizzarsi di importanti progetti.
 Nel 1881 furono approvati i finanziamenti per la nuova Diga della Vegliaia.
Nel 1919, fu avanzata una nuova proposta dall'ingegner Coen Cagli che ipotizzava la costruzione di un bacino interno posto a ridosso della crescente area industriale e della linea ferroviaria Livorno - Pisa, nei pressi del Canale dei Navicelli. Il progetto Coen Cagli fu approvato nel 1923 e fu portato a termine nei successivi anni trenta.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, il porto di Livorno fu oggetto di pesanti bombardamenti aerei. Il Palazzo della Sanità era stato ampliato nel 1863 ed in seguito era divenuto sede dell'ufficio del capitano del porto.
Negli anni sessanta, dopo un periodo di crescita, lo scalo labronico risentì negativamente dell'insufficienza dei fondali, che solo in due punti raggiungevano i 12 metri. Fu quindi redatto un nuovo piano regolatore ad opera dell'ingegner Vian, che fu presentato solo nel 1965, il piano proposto da Vian prevedeva la costruzione di nuove banchine e l'escavo dei fondali fino a 15 metri.
Nel 1975, entrò in funzione il nuovo bacino di carenaggio, la struttura, lunga 350 metri e larga 56, fu aperta nei pressi del ricostruito Fanale ed in breve divenne un punto di riferimento per le riparazioni navali a livello nazionale.
All'inizio del nuovo millennio si registra l'esecuzione del Molo Italia, riposto tra la Diga del Marzocco e l'Alto fondale. L'esecuzione della nuova piattaforma consentirà di ottenere altri 3.000 metri di banchine con fondali di 18 metri e ben 2.000.000 di metri quadrati di piazzali. Nel territorio alle spalle del porto, a Guasticce, è ormai operativo l'Interporto toscano "Amerigo Vespucci", direttamente collegato alla rete viaria e ferroviaria; nei pressi di Vicarello invece è entrato in funzione l'autoparco "Il Faldo", dove vengono stoccate le autovetture scaricate nel porto.

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